Agente immobiliare secondo lavoro: si può?

Svolgere l’attività di agente immobiliare come secondo lavoro è possibile? Cosa dice la normativa? È vero che esistono delle incompatibilità? Con quali professioni? I dubbi in materia sono molti e spesso preoccupano tutti coloro che vogliono tentare una nuova carriera provenendo da settori affini o giovanissimi che stanno studiando per conseguire l’abilitazione di mediatore immobiliare, nel timore che guadagni concreti possano arrivare solo dopo molto tempo di gavetta. Ma qual è la verità? Scopriamolo insieme.

Agente immobiliare come secondo lavoro, la normativa

L’agente immobiliare secondo la normativa vigente per esercitare deve possedere una specifica abilitazione – nota come patentino, atta a dare il diritto di svolgere attività di mediazione tra due o più parti, in assenza di vincoli di dipendenza, collaborazione o rappresentanza al fine di una compravendita o dell’affitto di un immobile. 

La Legge di riferimento che regolamenta tale professione è la n° 39 del 3 febbraio 1989, e sue successive modifiche. In origine e fino a qualche anno fa, questa normativa determinava l’incompatibilità con altre attività lavorative. In pratica un agente immobiliare non poteva avere un secondo lavoro, ad esempio come dipendente di un’azienda privata o della pubblica amministrazione, come imprenditore o libero professionista, neppure, anzi soprattutto se esercitato in settori affini, come un addetto a lavori edili (geometra o architetto) o addirittura amministratore di condominio. 

Fortunatamente, in seguito a un’indicazione della Comunità Europea del 2018 molti di questi paletti sono stati abbattuti: l’agente immobiliare è diventato un prestatore d’opera completo, che proprio alla luce della sua ampia formazione e competenze può svolgere diverse attività, a corollario della mediazione o come secondo lavoro.  Attualmente rimane quindi l’incompatibilità solo per le seguenti figure professionali:

Questo perché tali attività possono arrecare conflitti di interesse nell’attività di mediazione, che deve rimanere scevra da qualunque vincolo di dipendenza: è uno dei principi essenziali della professione, da non trascurare. 

Incompatibilità agente immobiliare e mediatore creditizio

Un discorso a sé stante va fatto per l’incompatibilità tra la professione di agente immobiliare. Anche dopo le modifiche del 2018 al mediatore rimaneva impossibile esercitare se dipendente di un istituto bancario, finanziario o assicurativo. 

Solo nell’agosto 2022, in seguito ad una modifica dell’art. 5 della legge 39 è stato reso possibile svolgere anche l’attività di mediatore creditizio, che si tratti di un dipendente o di un libero professionista collaboratore. Chiaramente non dovrà essere titolare della società o dipendente, sempre per non creare conflitti di interesse, ma potrà legare le due professioni ed esperienze, al fine di offrire ai clienti un servizio completo (ad esempio per la stipula di un mutuo prima casa), mediando con un istituto bancario o similari. 

Incompatibilità agente immobiliare, la nuova normativa

La nuova normativa è nata dall’esigenza di uniformare l’attività di mediazione immobiliare in Italia con il resto dell’Europa. Le restrizioni risultano esagerate, anche alla luce delle competenze che venivano richieste per il conseguimento del patentino. Offrire un’esperienza più vasta nelle compravendite e negli affitti di immobili è di fatto una garanzia di qualità in più per tutti i clienti, oltre che per gli stessi addetti al settore. L’incompatibilità, ad esempio, con lo svolgimento di un lavoro di dipendente in una qualunque società privata o ente pubblico risultava essere spesso immotivata. Tale apertura legislativa offre veramente un servizio più completo, permettendo all’agente immobiliare di gestire anche l’amministrazione di un condominio, la consulenza su un mutuo, o gestire una piccola ristrutturazione su un appartamento da trattare. Al contempo rimane l’incompatibilità con tutte quelle professioni, che pur diverse dalla mediazione, possono interferire in materia di conflitto di interesse, come nel caso di un architetto che realizza il progetto di un condominio o il titolare di un’impresa che lo realizza. 

Agente immobiliare come secondo lavoro, ma il tempo c’è?

Svolgere questa attività con successo può richiedere un grande impegno di tempo e quindi praticarla come secondo lavoro può sembrare impossibile. In realtà così non è se si entra nel mondo iad come consulente. 

Questa rete di consulenti immobiliari lavora in modo autonomo, indipendente, con totale flessibilità oraria, grazie alla rete di servizi messi a disposizione dalla società e ad un’agenzia dematerializzata: non bisogna aprire e chiudere gli uffici in orari predeterminati: tutto è gestibile tramite piattaforme online. 

È la soluzione perfetta per chi vuole svolgere la professione a tempo pieno, migliorando la propria qualità di vita personale e professionale, ma anche per chi desidera ampliare le proprie prospettive lavorative, con un secondo lavoro, magari anche per iniziare subito dopo il conseguimento dell’abilitazione, senza lasciare la precedente attività. Anche se si proviene da un altro settore, entrare in iad è semplice anche grazie ad un percorso di affiancamento con agenti senior. Basta chiedere tutte le informazioni qui

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